Angelo Cerpelloni (1923-2006)

La storia della Casa delle Conchiglie di Angelo Cerpelloni, sita a Quinzano (Verona), rappresenta uno dei rari casi di tutela di un’architettura fantastica italiana.

Il Cavaliere Cerpelloni, come lui si definiva, morì nel 2006: incontrai la sua storia sei anni dopo, quando la sua casa era già stata venduta e aveva già cambiato il suo aspetto, pertanto potei solo raccogliere le testimonianze di chi aveva preso parte da protagonista a questa storia.

Acquistata nel 2007 da una coppia veronese, Maria Grazia Chiarenzi e Giovanni Setti, la creazione del Cavaliere aveva rischiato di sparire, non lasciando alcuna traccia del suo glorioso passato.

Il Comune aveva chiesto ai coniugi Setti un progetto volto a omologarla alle case circostanti. Fu soltanto grazie alla segnalazione di Igor Novelli, giovane fotografo e libero ricercatore di Arte Outsider, che la locale Soprintendenza per i Beni Architettonici intervenne bloccando i lavori una settimana prima dell’inizio e chiedendo un nuovo progetto.

Cerpelloni, come tutti i suoi colleghi “babelici”, aveva costruito la sua casa in modo completamente anarchico, trasformando un fienile in una dimora adatta al rango di Cavaliere: conservarla come lui l’aveva concepita non era possibile per motivi di sicurezza, ma si cercò di mantenere quanto possibile coniugando da un lato le esigenze di tutela, dall’altro quelle di abitabilità.

Nella ricostruzione di questa storia incontrai più volte i coniugi Setti, ma non solo. Conobbi anche una cugina di Angelo Cerpelloni ed ebbi una conversazione telefonica con uno dei figli.

Da quegli incontri nacque un articolo pubblicato sul n. 5/2013 di «Bric-à-brac», all’epoca ancora diretta da Graciela Garcia, che qui ripropongo.

     *     *     *

La historia de la Casa de las Conchas de Angelo Cerpelloni, situada en Quinzano (Verona), representa uno de los raros casos de protección de una arquitectura fantástica italiana.

El Caballero Cerpelloni, como él se definía, murió en 2006: conocí su historia seis años después, cuando su casa ya había sido vendida y ya había cambiado su aspecto, por lo que solo pude recoger los testimonios de quien había tomado parte como protagonista en esta historia.

Comprada en 2007 por una pareja veronesa, Maria Grazia Chiarenzi y Giovanni Setti, la creación del Caballero estuvo a punto de desaparecer, sin dejar rastro de su glorioso pasado.

El Ayuntamiento había pedido a la pareja un proyecto para homologarla a las casas vecinas. Fue solo gracias a la advertencia recibida por Igor Novelli, joven fotógrafo e investigador autónomo de Arte Outsider, que la Superintendencia del Patrimonio Arquitectónico de Verona intervino paralizando las obras una semana antes de su inicio y pidiendo un nuevo proyecto.  

Cerpelloni, como todos sus compañeros «babélicos», había construido su casa de manera completamente anárquica, transformando un granero en una casa adecuada para su rango de Caballero: mantenerla como él la había concebida no era posible por razones de seguridad, pero se trató de guardar lo más posible combinando, por un lado, las exigencias de protección y, por otro, las de habitabilidad.

En la reconstrucción de esta historia ví varias veces a los cónyuges Setti, pero no solo. También conocí a una prima de Angelo Cerpelloni y tuve una conversación telefónica con uno de los hijos.

De esos encuentros nació un artículo publicado en el n. 5/2013 de «Bric-a-brac», entonces todavía dirigida por Graciela García, que aquí vuelvo a proponer.

Dopo il restauro. 

Foto dall’archivio Chiarenzi.

L'articolo

Per la scheda scientifica

si rimanda a

Costruttori di Babele

El artículo

Para la ficha técnica

consulte

Constructores de Babel