Sul metodo
Dopo aver tracciato il profilo degli artisti di Bric-à-brac, è altrettanto importante illustrare i metodi di ricerca e di studio applicati alle loro creazioni.
Si tratta di realtà spesso sconosciute anche a chi ci vive vicino, interpretate come frutto di menti stravaganti ed eccentriche, vengono talvolta guardate con diffidenza, talaltra benaccette.
Gli indizi si incontrano spesso in modo fortuito: navigando sul web, passandoci di fronte mentre ci si sta dirigendo altrove, leggendo quotidiani locali, oppure su segnalazione di terzi. Accade anche di trovarli dopo indagini estenuanti, svolte con l’uso dei motori di ricerca e di google maps, oppure girando in auto senza una meta precisa.
Da queste tracce si avvia la ricerca, da percorrere su un doppio binario: da un lato il tentativo di entrare in contatto con l’autore – se ancora in vita – o con eventuali familiari e/o conoscenti; dall’altro l’indagine bibliografica e documentaria, comprendente vecchi articoli di giornale, video e fotografie.
A venire in nostro aiuto: proloco, parrocchie, enti comunali, ma anche i social che permettono di contattare le persone e, in particolare, di entrare in comunicazione con una parte della comunità territoriale attraverso le sempre più numerose pagine locali (ad es.: Sei di . . .).
L’approccio ad autori e famiglie deve avvenire all’insegna della discrezione, è difficile per loro capire chi sei e cosa fai: in un mondo in cui si mira solo al profitto, comprendere che c’è chi fa ricerca senza scopo di lucro non è semplice. Bisogna sapersi avvicinare a loro nel modo giusto, senza insistere di fronte a un eventuale rifiuto e dimostrando di rispettare le loro volontà e i confini da loro tracciati. Solo così ci si può guadagnare la fiducia sia degli autori che dei familiari.
Fondamentale quindi è il sopralluogo, che si configura come il momento dell’incontro con chi anima e conserva il sito, ma anche come il momento di esplorazione e analisi.
Le tecniche usate spesso sono inventate dagli stessi autori e tutto nasce senza progetti scritti: misure, proporzioni e risultato finale sono presenti in modo nitido nelle loro menti e riescono a concretizzarle senza passare su carta, tale è la loro maestria.
Altrettanto importante è raccogliere ogni informazione disponibile e documentare tutto fotograficamente. Trattandosi principalmente di anziani, il loro sapere deve essere colto in modo tempestivo, senza perdere occasioni, mentre la fragilità dei siti rende necessario produrre quanta più documentazione possibile, soffermandosi su ogni singolo dettaglio e redigendo anche delle mappe per gli spazi più complessi.
Inoltre, è da tenere presente che – finché gli autori sono in vita – i siti possono cambiare continuamente, quindi è necessario tornare più volte sul posto datando la documentazione raccolta. Tornare, tuttavia, è importante non solo per documentare, ma anche perché il rapporto che si instaura con gli artisti diviene nel tempo un vero rapporto di amicizia, che va coltivato, costruito pezzo per pezzo, proprio come le loro opere. Soltanto così, dopo i primi naturali momenti di diffidenza, si scopriranno delle persone geniali e autentiche, piene di qualità e risorse.
Bologna, 21/07/2024
In foto, dall’alto verso il basso: Finca de las piedras encantadas di Roberto Pérez a El Fargue (Granada, 2016); sito di Nicola Di Cesare a Grosio (Sondrio, 2024); un momento della presentazione del libro dedicato a Maria Furlan presso la libreria Mascarella di Bologna (2016).