Mario Gobbetto (1944)

Mario Gobbetto, nato il 10 settembre 1944 a Roncade (Treviso), ha iniziato a lavorare subito dopo il diploma di licenza elementare: inizialmente impiegato presso una falegnameria, in seguito è passato all’attività di muratore, dedicando 35 anni della sua vita alla stessa azienda.

La produzione artistica è iniziata alla fine degli anni Settanta, in principio solo durante i fine settimana, poiché era ancora impegnato con il lavoro, ma una volta andato in pensione – all’età di 53 anni – le si è dedicato completamente.

Di carattere molto solitario e umile, animato da una fede profonda, cantava come tenore nel coro della chiesa locale e ha realizzato molte opere per alcune chiese del trevigiano: nella chiesa di Roncade sono di sua mano il battistero, un’ampolla per l’acqua santa, dei vasi da porre vicino all’altare maggiore e un leggio incastonato sugli scalini; in quella di Musestre – retta da Don Paolo, di cui era molto amico – si contano numerosi interventi, tra cui l’altare, un crocifisso, dei portacandela e un leggio; infine, nella chiesetta della Madonna della Salute a Bonisiolo di Musestre ha creato delle panchine da porre all’esterno, necessarie in occasione del rosario di maggio.

Queste elencate sono solo una piccola parte della sua vasta produzione religiosa, si possono menzionare anche la cornice di un Cristo proveniente dal Brasile realizzata per il missionario Padre Serafin e un rosario gigante dedicato alla Madonna di Lourdes – cui era particolarmente devoto – creato per una signora di San Cipriano.

Di sua mano sono anche alcune parti della casa familiare, come la cucina, il caminetto, il portone d’ingresso e il portico; oltre a mobili (ad es. un tavolo per la figlia), cornici per le fotografie, orologi, portafiori…

A questa vasta attività, ha affiancato una produzione più prettamente artistica, composta da sculture con basamenti e modellini in miniatura posizionati nel giardino della casa di famiglia: la chiesa di Roncade (1986), la torre di Caorle (2008), il Ponte di Rialto (interamente smontabile, ogni bottega con la sua lucina), la torre di Pisa…

L’ispirazione gli veniva di notte, magari sotto la suggestione di alcuni libri di storia dell’arte che leggeva: tracciava i disegni a matita su delle agende, faceva i calcoli e infine produceva lo stampo in legno, con cui realizzava anche 4-5 esemplari, finché non si stancava e lo cambiava.

La tecnica usata, anch’essa di sua invenzione, prevedeva l’uso di cemento mescolato a ossido e polvere di marmo: il cemento serviva per produrre l’impasto, l’ossido per dare le varie colorazioni, infine con dei dischi di diamante lucidava il tutto. Come supporto, all’interno delle sue creazioni, collocava delle strutture di ferro.

Non solo la tecnica, ma anche gli strumenti di lavoro sono stati ideati da lui: con il cestello e il motore di una vecchia lavatrice si è creato una macchina con cui lavorare i pezzi di cemento che, inseriti durante il funzionamento, si smussavano e diventavano irregolari.

Alcune persone dell’Accademia di Belle Arti di Venezia andarono a vedere il Ponte di Rialto, ma non furono in grado di capirlo: continuavano a chiedere il progetto con l’indicazione delle proporzioni usate, mentre lui mostrava la fotografia del ponte da cui lo aveva ripreso dicendo di aver seguito le proporzioni che aveva “dentro di sé”. La sua maestria era al di sopra del sapere accademico e sfuggiva ogni spiegazione logico-matematica, cui gli studiosi sono in genere abituati.

Per le molte opere realizzate per terzi, non si è mai fatto pagare: al massimo, se desideravano ricambiare il gesto, chiedeva un’offerta per la chiesa, oppure i materiali utili per realizzare altre opere. Al tempo stesso, regalava le sue creazioni agli amici che lo aiutavano facendogli dei lavori in casa.

La sua semplicità lo ha anche portato a non firmarsi mai, soltanto negli ultimi anni ha cominciato a nascondere qualche volta una M.

La moglie era molto orgogliosa del marito-artista, anche se a volte si lamentava del cemento in giro per casa o si stancava di vederlo con addosso i vestiti da lavoro.

Le ultime opere sono del 2019-20, dopo la perdita della moglie ha smesso di produrre.

Ringrazio per le informazioni e le fotografie Elisabetta Gobbetto e suo marito, incontrati nel settembre 2023.

 

Mario Gobbetto, nacido el 10 de Septiembre de 1944 en Roncade (Treviso), ha comenzado a trabajar después de la escuela primaria: inicialmente empleado en una carpintería, luego ha pasado a trabajar como albañil, dedicando 35 años de su vida a la misma empresa.

La producción artística comenzó a finales de los años Setenta, en principio durante los fines de semana, ya que todavía estaba ocupado con el trabajo, pero una vez que se retiró – a los 53 años – se le dedicó por completo.

De carácter muy solitario y humilde, animado por una fe profunda, cantaba como tenor en el coro de la iglesia local y ha realizado muchas obras para algunas iglesias de Treviso: en la iglesia de Roncade se cuentan vasos, una ampolla para el agua bendita, el baptisterio y un atril en los escalones; en la de Musestre – dirigida por Don Paolo, con quien era muy amigo – ha hecho el altar, un crucifijo, unos candelabros, un atril y algo más; finalmente, en la pequeña iglesia de Nuestra Señora de la Salud en Bonisiolo de Musestre ha creado los bancos para el exterior, necesarios con ocasión del rosario de Mayo.

Estas son solo una parte de su producción religiosa, también se puede mencionar el marco de un Cristo proveniente de Brasil realizado por el misionero Padre Serafin y un rosario gigante dedicado a la Virgen de Lourdes – a quien era particularmente devoto – creado para una señora de San Cipriano.

De su mano son también algunas partes de la casa familiar, como la cocina, la chimenea, la puerta de entrada y el porche; además de muebles (por ejemplo una mesa para la hija), marcos para fotografías, relojes, portaflores…

A esta actividad, ha unido una producción más artística, compuesta por esculturas con basamentos y maquetas en miniatura colocadas en el jardín de su casa familiar: la iglesia de Roncade (1986), la torre de Caorle (2008), el Puente de Rialto (totalmente desmontable, cada taller con su luz), la torre de Pisa…

La inspiración le venía de noche, quizás bajo la sugerencia de algunos libros de historia del arte que leía: hacía dibujos a lápiz en agendas, junto con los cálculos y finalmente producía el molde de madera, con el que hacía 4-5 ejemplares, hasta que se cansaba y lo cambiaba.

La técnica utilizada, también de su invención, preveía el uso de cemento mezclado con óxido y polvo de mármol: el cemento servía para producir la masa, el óxido para las coloraciones, mientras que con los discos de diamante limpiaba todo. Como soporte, dentro de sus creaciones, colocaba una estructura de hierro.

No solo la técnica, sino también las herramientas de trabajo han sido ideadas por él: con la cesta y el motor de una vieja lavadora ha creado una máquina con la que trabajar las piezas de cemento que, colocadas en la máquina en funcionamiento, se suavizaban y se volvían irregulares.

Algunas personas de la Academia de Bellas Artes de Venecia fueron a ver el Puente de Rialto pero no lo entendieron: seguían pidiendo el proyecto con la indicación de las proporciones utilizadas, mientras que él mostraba la fotografía del puente desde la que lo había copiado diciendo que había seguido las proporciones que tenía «dentro de sí mismo». Su maestría estaba por encima del conocimiento académico y escapaba a las explicaciones lógico-matemática, a las que los estudiosos están acostumbrados.

Por las muchas obras realizadas para los demás, nunca se hizo pagar: al máximo, si querían corresponder el gesto, pedía una oferta por la iglesia, o los materiales útiles para realizar otras obras. Al mismo tiempo, regalaba sus creaciones a los amigos que lo ayudaban haciéndole unos trabajos en casa.

Su sencillez lo ha llevado a no firmarse nunca, solo en los últimos años ha comenzado a ocultar a veces una M.

Su mujer estaba muy orgullosa del marido-artista, aunque alguna vez se quejaba del cemento por la casa o se cansaba de verlo con la ropa de trabajo puesta.

Las últimas obras son de los años 2019-20, después de la muerte de su esposa dejó de producir.

Agradezco por la información y las fotografías Elisabetta Gobbetto y su marido, que encontré en Septiembre de 2023.

Per la scheda scientifica

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