Arturo Fantini (1925-2016)
Arturo Fantini è nato nel 1925 a Prignano sul Secchia (Modena), ex muratore, prese parte alla Seconda guerra mondiale, trasferendosi subito dopo la Liberazione a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia).
Vi visse per tutta la vita, costruendosi lì una famiglia e una propria attività imprenditoriale: grazie alle sue abilità di costruttore nel giro di pochi anni poté lasciare l’impiego da dipendente mettendosi in proprio.
La scultura – sua vera passione – dovette attendere fino al momento del pensionamento: lavoro e famiglia avevano la precedenza. Nel tempo libero iniziò a scolpire le pietre che trovava sulle rive del Crostolo, ricavandone delle piccole sculture, oppure ne incideva la superficie tracciando immagini di vario tipo, tra cui pesci e uccelli.
Le sculture popolavano il suo garage-laboratorio e la casa adiacente, insieme a quadri di pittura a olio.
Incontrai Fantini nel 2015, un anno prima della sua morte, avvenuta all’età di 91 anni. In quell’occasione mi regalò una piccola lastra di pietra su cui aveva inciso la figura di una ballerina e mi raccontò di aver partecipato a tante mostre, venendo più volte premiato, ma quando arrivava primo rifiutava il premio, poiché a lui interessava soltanto partecipare.
È stato celebrato in più occasioni dalla stampa locale come “scultore naif”: mi piace ricordarlo con una scheda, poiché la sua produzione scultorea – anche se non cospicua – ha lasciato traccia di una creatività “irregolare” che fa di lui un piccolo artista locale, vicino per stile alla produzione outsider.
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Arturo Fantini nació en 1925 en Prignano sul Secchia (Módena), ex albañil, tomó parte en la Segunda Guerra Mundial, trasladándose después de la Liberación a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia).
Vivió allí toda su vida, construyendose una familia y una propia actividad empresarial: gracias a sus habilidades de constructor en pocos años pudo dejar el trabajo de empleado y comenzar su propio negocio.
La escultura – su verdadera pasión – tuvo que esperar hasta el momento de la jubilación: trabajo y familia tenían prioridad. En su tiempo libre, comenzó a esculpir las piedras que encontraba a orillas del río Crostolo, haciendo pequeñas esculturas, o tallando la superficie con imágenes de varios tipos, como peces y aves.
Sus obras poblaban su garaje-taller y la casa adyacente, junto con pinturas al óleo.
Conocí a Fantini en 2015, un año antes de su muerte a los 91 años. En esa ocasión me regaló una pequeña losa de piedra en la que había grabado la figura de una bailarina y me contó que había participado en muchas exposiciones, siendo varias veces premiado, pero cuando llegaba primero rechazaba el premio, ya que a él solo le interesaba participar.
Ha sido celebrado en muchas ocasiones por la prensa local como un «escultor naif»: me gusta recordarlo con una ficha, ya que su producción escultórica – aunque no es considerable – ha dejado rastro de una creatividad «irregular» que lo convierte en un pequeño artista local, cercano para el estilo a la producción outsider.
Le due fotografie d’insieme sono di Domenico Amidati.