Sugli artisti
Credo sia importante spiegare chi sono gli artisti protagonisti di Bric-à-brac Italia.
Come si legge nella presentazione si possono incontrare artisti la cui identità è riconducibile a tre ambiti diversi: gli artisti outsider, i costruttori di babele e, infine, autori locali.
Il filo conduttore che li unisce è la loro natura di autodidatti e l’assenza di finalità commerciali. Gli artisti di Bric-à-brac hanno iniziato a creare da adulti, in ritagli di tempo rubati al lavoro o alla famiglia, dedicandosi a tempo pieno alla produzione artistica soltanto dopo il pensionamento. Inoltre, sono estranei al mercato dell’arte, nonché totalmente disinteressati alla possibilità di fare commercio delle loro creazioni.
Sono artisti in apparenza “inconsapevoli”: sorridono nel sentirsi chiamare “artisti”, ancora di più nel sentir definire le loro creazioni “opere”. Quando si pronunciano queste parole mettono le mani avanti dicendo che in loro non c’è alcuna ambizione artistica. Esporre ciò che producono e ricevere visite da parte di persone interessate genera soddisfazione, ma senza alcuna aspettativa. Concepiscono la loro attività creatrice come una sorta di “passatempo” di cui, però, non possono fare a meno.
Insofferente alle categorizzazioni, quando troppo strette e limitanti, abbraccio nel mio mondo anche figure locali che magari possono non essere outsider nel senso tradizionale del termine, ma che rispettano perfettamente i miei criteri di scelta.
Oltretutto, non solo pittori o scultori, ma anche creatori di architetture fantastiche, ovvero di quegli spazi chiamati a livello internazionale outsider environments, ribattezzati in America singular spaces (Jo Farb Hernández), in Spagna escultecturas margivagantes (Juan Antonio Ramírez) e in Italia siti babelici (dal progetto Costruttori di Babele). Una tipologia di creazioni, quindi, variegata: parchi, installazioni, assemblaggi, decorazioni murarie, opere di land art, santuari, costruzioni architettoniche eccentriche. . .
In ognuno di essi si trova un forte legame con l’ambito della cultura popolare. Spesso stupisce constatare come le loro creazioni siano simili per tecnica e stile: non appartengono a un movimento artistico dichiarato, non si conoscono l’un l’altro, eppure i punti di tangenza sono innegabili, anche a livello internazionale. È come se fossero membri inconsapevoli di un movimento artistico non dichiarato.
Bologna, 18/07/2024
In foto, dall’alto verso il basso: Donato Zangrossi (Archivio famiglia, Venezia); Corrado Bricchi (Archivio autore, Jesolo); Giuseppe Toselli (Archivio famiglia, Burano). Sotto: Armando Tiso (Alessandro Gozzo, Dolo).